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Il nostro Golfo
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RETE AMBIENTE ALTRO TURISMO LA SPEZIA
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RETE AMBIENTE ALTRO TURISMO LA SPEZIA è nata per combattere l'inquinamento generato dalle navi da crociera e l'impatto creato dallo sbarco delle migliaia di crocieristi imbarcati su ogni nave ed è costituita da 9 associazioni "green", sia locali sia nazionali < CIRCOLO CULTURALE ALESSANDRO PERTINI - CITTADINANZATTIVA - COORDINAMENTO BIODIGESTORE SALICETI - ITALIA NOSTRA - LEGAMBIENTE - PALMARIA SI MASTERPLAN NO - POSIDONIA - SPEZIAVIADALCARBONE - VAS> tutte sensibili all'ambiente e in parte nate per affrontare tematiche diverse ma sempre legate alla tutela del nostro territorio.
Da oltre un secolo gli abitanti del Golfo della Spezia devono sottostare alle esigenza di industrie che hanno devastato il territorio (raffinerie, centrale elettrica, industrie che hanno scaricato piombo e metalli pesanti in mare, cantieri di demolizione e di costruzione navale, discariche non bonificate, l’Arsenale della Marina Militare; abbiamo l’unico rigassificatore italiano di GNL sulla terraferma, accanto alle case). Gli spezzini sono ormai abituati e rassegnati a tutto questo e noi stiamo cercando di sensibilizzarli e di far capire che la situazione attuale è insostenibile, che è causa di decessi e di malattie gravi sia a breve sia a lungo termine.
 
Le navi portacontainer e le navi da crociera sono ormeggiate a poche decine di metri dalle abitazioni civili e creano grandissimi disagi sia per il rumore, soprattutto notturno, nella parte commerciale sia per l'inquinamento atmosferico che avvolge tutta la città.
 
Le nostre autorità preferiscono ignorare l'inquinamento e i disagi creati dalle grandi navi tutelando così gli interessi degli armatori piuttosto che la salute dei cittadini.
 
 
Facendo l'elenco delle nostre criticità, partendo da occidente, troviamo:
 
  • Le Cinque Terre, massacrate da un turismo insostenibile che distrugge i sentieri delle colline e rende invivibili i paesi mentre le autorità regionali si preoccupano solamente di far cassa aumentando il costo dei biglietti dei treni a vantaggio esclusivo di pochi eletti.
  • L'isola Palmaria, un'oasi che è sempre stata patrimonio degli spezzini a loro disposizione e che ora stanno cementificando per renderla fruibile solamente a pochi distruggendone l'ecosistema.
  • Il rigassificatore di Panigaglia, l'unico in Italia sulla terraferma, costruito tra la case di Fezzano e di Le Grazie, che si affaccia su un Golfo densamente abitato e frequentato; una bomba ad altissimo potenziale e dal facile innesco.
  • L'Arsenale Militare, con il suo "campo in ferro", vera e propria discarica non bonificata in mezzo alle case dei quartieri di ponente del Golfo, e con il suo amianto; futura sede di "Basi Blu" per poter accogliere permanentemente le navi di tutta la Nato (solo le nostre non bastavano).
  • L'ospedale del Felettino, distrutto per dar luce a una nuova e moderna struttura ma che nel corso dei decenni ha visto solamente la posa di tante prime pietre e l'aumento dei costi a carico degli spezzini ma con gli utili a vantaggio dei privati.
  • L'ospedale Sant'Andrea, struttura che cade a pezzi come del resto tutta la nostra sanità, e che, per la sua posizione, si ritrova pure immerso nel punto in cui maggiormente si concentrano le emissioni delle navi ormeggiate nel nostro porto.
  • L'ex Area IP, in cui la parte più inquinata con piombo tetraetile, oltre che con una marea di altri composti chimici, non è mai stata bonificata.
  • Il terminal crociere, con i camini delle mega-navi a un centinaio di metri dagli attici dei palazzi di viale Italia e di viale San Bartolomeo e a qualche centinaio di metri dalla collina in cui sorge il nostro ospedale Sant'Andrea.
  • Il porto commerciale che con le navi ormeggiate a poche decine di metri dalle case di Viale San Bartolomeo e con tutto il suo traffico notturno, di treni, camion, navi, spesso carrette, vibranti e rumorose, tutte le notti offre agli abitanti del Canaletto un concerto da 60 dBA continui con acuti che superano i 100 (ricordo che la scala del rumore è logaritmica e che un aumento di soli 3 dBA corrisponde al raddoppio del rumore).
  • L'area ENEL, che dopo decenni di avvelenamenti continui (sono costretto a portarmi sempre dietro un broncodilatatore) è stata ora quasi dismessa ma i nostri "boss" si stanno bisticciando per decidere cosa piazzarci, speriamo che si ricordino che quest'area va anche bonificata e che non la facciano diventare l'ennesimo campo di veleni perpetuo degli spezzini e che non gli venga in mente di sostituire la nostra vecchia centrale che, se non ricordo male, era la seconda d'Europa, magari con una centrale nucleare, che ora sembrano andare di moda.
  • Le discariche non bonificate di Pitelli e di Pagliari in cui sono stati annegati i veleni più disparati; hanno provato a bonificare ma, appena scoperchiato il cucuzzolo lo hanno subito richiuso con buona pace dei residenti sottostanti.
  • La zona di Pertusola e di San Bartolomeo da cui, con le sue vecchie industrie, con il cantiere del Muggiano e, tornando un po' indietro nel tempo, con i vecchi cantieri di demolizione navale, sono stati scaricati nel Golfo metalli pesanti, idrocarburi e altro.
  • L'intero piccolo Golfo (ex Golfo dei Poeti), con il suo immenso traffico continuo di portacontainer, di metaniere, di mega-navi da crociera, di oil-tanker con carburanti avio, di navi e sommergibili militari, di battelli turistici per le Cinque Terre, di chiatte per il dragaggio più o meno abusivo, e delle cinquemila barche dei poveri spezzini, un piccolo Golfo in cui a breve vedremo circolare bettoline per il rifornimento delle navi alimentate a GNL, ormeggiate in mezzo alle case, piccole metaniere che porteranno il GNL in Sardegna e mezzi Ro-Ro con sopra 4 autocisterne alla volta cariche di GNL nella rotta Panigaglia/Fossamastra, autocisterne che poi attraverseranno il quartiere per raggiungere i distributori di GNL sparsi per l'Italia (oltre 40 autocisterne al giorno ma che, secondo i piani potrebbero diventare 160).
  • Il futuro (speriamo che l'inchiesta giudiziaria lo fermi) Biodigestore di Saliceti, la cui costruzione è prevista nei pressi delle falde acquifere del Magra che alimentano l'acqua potabile per buona parte della nostra città, la cui costruzione è prevista a due passi dalle case di Santo Stefano e che, per la cui produzione è previsto l'utilizzo di grandi quantità di metano di rete pagato a prezzo standard dal gestore che poi immetterà in rete il suo biometano pagato grazie ai finanziamenti pubblici, ossia grazie alle nostre tasse, a prezzo ben più alto (sottolineo che nella produzione potrebbe essere utilizzato il proprio biometano, che renderebbe il processo molto più logico ed efficiente, ma no, è molto più redditizio per il gestore e molto meno per la comunità utilizzare il metano di rete).
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI - © copyright 2024
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