GAS NATURALE: COS'È, A COSA SERVE, COME SI GESTISCE E COSA COMPORTA
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Il GN (Gas Naturale) è un combustibile fossile, estratto dal
sottosuolo allo stato gassoso, composto da una miscela variabile di gas il cui
componente principale è il metano (dal 70 al 99 %), ed è il gas che ci arriva
normalmente nelle case per il riscaldamento e per cucinare; comunemente viene chiamato,
anche se impropriamente, “metano”.
Il GNC (Gas Naturale Compresso) è Gas Naturale, fornito ai
distributori di “metano” attraverso la rete nazionale dei gasdotti e da questi compresso
a circa 200 atmosfere per poi rifornire le auto cosiddette a “metano “. Queste
auto con un pieno di gas possono percorrere circa duecento chilometri e,
proprio a causa di questa scarsa autonomia, il GNC viene utilizzato in auto
bifuel (motori metano/benzina, raramente metano/gasolio) e non viene utilizzato
nei camion.
Il GNL (Gas Naturale Liquefatto) è Gas
Naturale portato allo stato liquido mediante raffreddamento a circa -160°C,
riducendo in questo modo il suo volume di circa 600 volte. A questa
temperatura il gas naturale resta allo stato liquido a pressione ambiente e può
essere immagazzinato in serbatoi con pareti relativamente sottili. Per contro
la gestione di un liquido a temperatura così bassa richiede l'impiego di
materiali speciali e di tecniche sofisticate che non consentono margini di
errore e che comportano significativi livelli di rischio. Questa riduzione di volume ne permette il trasporto
·
a mezzo navi con capacità da 70.000 mc (capacità
delle vecchie metaniere) a oltre 140.000 mc (attuali metaniere) dagli impianti
di liquefazione agli impianti di rigassificazione che, dopo averlo riportato
allo stato gassoso, lo comprimono a circa 70 bar per immetterlo nel gasdotto;
·
a mezzo bettoline criogeniche, con capacità di
qualche migliaio di mc, per il bunkeraggio delle navi alimentate a GNL;
·
a mezzo autocisterne criogeniche, con capacità
di qualche decina di mc, per il rifornimento dei distributori per i camion
alimentati a GNL.
Dietro alla commercializzazione del gas naturale c’è un enorme
business, come del resto è sempre stato per tutte le fonti di energia, e per
questo gli operatori di questo settore promuovo grosse operazioni di marketing
pubblicitario atte a convincere le persone che il gas naturale è ecologico, che
non inquina e, con particolare riferimento al GNL, che è sicuro e che è
necessario per le esigenze strategiche nazionali.
Se consideriamo le dimensioni degli operatori di questo settore e
l’influenza che gli stessi sono in grado esercitare sui Governi sorge il dubbio
sulla reale veridicità degli stessi documenti ministeriali.
Analizzando con più attenzione i vari documenti pubblici relativi al
GNL si può constatare che, ad arte, vengono omesse determinate informazioni e/o
riportate verità incomplete con il solo scopo di tranquillizzare l’opinione
pubblica sulla sicurezza e di convincerla della necessità di determinate
tipologie di approvvigionamenti e di investimenti che sono necessari solamente per
aumentare i profitti di questi colossi a danno dei contribuenti.
Il metano si dissolve in atmosfera più velocemente della CO2 (12 anni contro
i 100 della CO2) e ha un potenziale climalterante che è 82,5 volte maggiore di
quello della CO2 in un periodo di 20 anni mentre lo è 29,8 volte in un periodo
di 100 anni; per questo motivo troviamo in letteratura valori contrastanti in
quanto vengono indicati valori di analisi che considerano gli effetti a breve
termine (20 anni) e a lungo termine (100
anni) senza che sia specificato l’intervallo di tempo considerato.
Vediamo di chiarire meglio l’effetto del GNL sul clima e sulle
emissioni inquinanti per cui troviamo spesso risultati discordanti:
·
per gli “operatori GNL” (da studio Regione
Liguria Settore VIA e Sviluppo sostenibile) nel trasporto su gomma troviamo a
favore del GNL riduzioni del 3,9% per CO2, del 49,4% per NOx e del 93,4% per
PM10 mentre nel trasporto marittimo troviamo a favore del GNL riduzioni del 3,9%
per CO2, del 7,9% per NOx e del 26,1% per PM;
·
secondo uno studio dell’Università della
tecnologia di Graz con rilievi effettuati dalla Società di ricerca tedesca per
i motori a combustione interna e termodinamica (FTV), che ha messo a confronto
le emissioni di un camion LNG Iveco con quelle di uno sempre Iveco ma alimentato
a gasolio e che ha considerato anche le emissioni dall'estrazione del gas
naturale o del petrolio fino al riempimento del serbatoio del veicolo, un
camion funzionante a GNL emette in media il 13,4%
in più di gas a effetto serra considerando un periodo di 20 anni rispetto a un
camion dotato di motore diesel mentre se si considera un periodo di 100 anni le
emissioni dei mezzi alimentati con GNL saranno inferiori del 7,5% (valore
sempre indicato dagli “operatori GNL”). Ma noi non abbiamo 100 anni a
disposizione! l’U.E. ha stabilito una riduzione superiore al 50% delle
emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e il conseguimento della
neutralità climatica entro il 2050. FTV ha anche misurato la quantità di
particelle ultrafini (PUF), inferiori a 100 nanometri (0,1 micron) e ha
riscontrato che, nell'intero percorso considerato che include aree urbane,
strade di campagna e autostrade, il camion a LNG emette da due a tre volte più
PUF oltre i 23 nm mentre emette una
quantità addirittura 37 volte superiore se la dimensione delle particelle scende
fino a 4 nm.
Le moderne navi da crociera, veri e propri villaggi galleggianti capaci
di portare fino a 10.000 persone, hanno decine di ristoranti oltre a numerose
piscine, tutti i locali e gli alloggi sono dotati di aria condizionata e il
fabbisogno energetico necessario per la gestione di tutto questo è enorme.
Il GNL viene mantenuto allo stato liquido tenendolo in serbatoi ben
coibentati a una temperatura di circa 160°C ma, per bilanciare le seppur minime
perdite di calore, una parte di esso evapora e questo gas, chiamato BOG (Boil Off
Gas), viene totalmente o in parte espulso in atmosfera.
All'inizio di quest'anno sono stati pubblicati i risultati del progetto
biennale FUMES (Fugitive and Unburned Methane Emissions from the Ships):
www.theicct.org/publication/fumes-characterizing-methane-emissions-from-lng-fueled-ships-using-drones-helicopters-and-on-board-measurements-jan24/
Le misurazioni sono state eseguite utilizzando, oltre ai sensori di
bordo, droni ed elicotteri che hanno monitorato i fumi dei camini di 18 navi dotate
del tipo più comune di motore marino a GNL (LPDF a 4 tempi).
A differenza di quanto presunto dalle attuali normative UE (3,1%) e
dall'Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite IMO (3,5%), il
progetto ha rilevato che le perdite di metano sono state in media del 6,4% e
che queste emissioni, insieme a quelle di NOx, sono più elevate quando i
carichi del motore sono più bassi, ossia quando le navi sono ormeggiate in
porto.
In conclusione, se anche l’utilizzo di mezzi alimentati
a GNL dovesse produrre un minor inquinamento a livello locale sicuramente
genera un enorme inquinamento a livello globale; nell'intera catena del GNL:
estrazione (in Nord America oltre a tutto viene utilizzato il “fracking”, da
noi vietato in quanto altamente dannoso per l’ambiente), liquefazione,
trasporto, rigassificazione e utilizzo, le perdite di gas in atmosfera sono
enormi e, come abbiamo visto, il metano ha un potenziale climalterante molto maggiore
di quello della CO2.