TRE MOTIVI PER CUI A PANIGAGLIA NON DOVREBBE E NON DEVE ESISTERE UN RIGASSIFICATORE
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1)
Per l’impianto OLT di Livorno è stato
elaborato un documento in cui si dichiara che, in caso di "rottura
della tubazione di GNL tra le pompe booster e i vaporizzatori (rottura 100 mm)",
in un raggio di 1.103,9 metri si ha una zona di “sicuro impatto” (soglia di
elevata letalità) e in un raggio di ulteriori 1.970,1 metri si ha una zona di
“danno” (soglia di lesioni irreversibili). La tubazione di GNL tra le pompe
booster e i vaporizzatori è installata e funzionante anche a Panigaglia.
2)
In caso di attentato terroristico a una metaniera in fase di scarico a Panigaglia si avrebbero
conseguenze ben peggiori di quanto indicato al p.to 1. Non è possibile
mettere al sicuro da atti terroristici l’impianto di Panigaglia:
a.
visto il numero di case con finestre “vista gasiere” a poche centinaia di metri da esse;
b.
l’area marina non interdetta alla navigazione
include anche un porticciolo con “vista gasiere” a poche centinaia di metri da
esse;
c.
tutta l’area boschiva intorno all’impianto di
Panigaglia, attraversata anche dalla SP 530, è piena di sentieri con “vista
gasiere” a poche centinaia di metri da esse.
3)
In caso di guasto al sistema di governo di
una delle grosse navi (portacontainer, da crociera o militari), che transitano
regolarmente e obbligatoriamente a poche centinaia di metri dal pontile di
Panigaglia, e di conseguente urto contro una metaniera in fase di scarico a
Panigaglia, si avrebbero conseguenze ben peggiori di quanto indicato al p.to 1.
Guasti simili a grosse navi non sono poi così rari; ricordiamo un paio
di casi eclatanti, balzati al risalto della cronaca solo per le drammatiche
conseguenze, come l’abbattimento della torre piloti di Genova e del ponte di
Baltimora.